Linfoma non-Hodgkin, leucemia mieloide acuta, mielofibrosi, policitemia vera.
Queste sono alcune delle neoplasie del sangue diffuse in Italia e dalle quali oggi circa il 70% dei pazienti guarisce (15 anni fa la percentuale sfiorava il 30%), anche grazie ad evidenti progressi terapeutici.
Il linfoma non-Hodgkin, un cancro del sangue particolarmente aggressivo, oggi risulta infatti trattabile anche nei pazienti refrattari alle cure tradizionali e in quelli che dopo di esse hanno subito una ricaduta. Oggi è infatti utilizzata una nuova cura basata su anticorpi a doppio bersaglio: questi ultimi si legano, connettendo, cellule T e cellule tumorali, permettendo alle prime di rilasciare specifiche molecole in grado di distruggere le seconde.
Anche per la leucemia mieloide acuta, che si sviluppa a partire dal midollo osseo, una nuova terapia basata su un mix di medicinali target sembra essere in grado di migliorare notevolmente l’aspettativa di vita dei pazienti anche grazie ad una buona tollerabilità.
Esistono poi farmaci in grado di arginare la mielofibrosi ed oggi è iniziata anche la sperimentazione di nuove terapie a base di un mix di farmaci target che permetterebbe una regressione della malattia tanto a livello clinico quanto a livello molecolare, con una netta riduzione dei sintomi.
Infine, anche per quanto riguarda la policemia vera, da alcuni anni è disponibile un farmaco che mediante l’inibizione del recettore Jack2, che rappresenta una mutazione cancerosa tipica nel 92% dei pazienti affetti da policemia, assicura il controllo della malattia.
Risultati promettenti e traguardi raggiunti, incoraggianti per pazienti e ricercatori.